Pesce Antonio
Le sue opere, che stampa in proprio, rappresentano ciò che il passare del tempo lascia sulle cose: cascinali nella loro ultima agonia, rovi che entrano dalle finestre e dalle porte, camini ormai spenti, stanze vuote di vita materiale ma piene di echi lontani.
Nel 1990 con lo scrittore Marcello Venturi idea un progetto che si concretizza nel libro d’arte “Segni del tempo”. L’opera, tirata in 75 esemplari, è composta da tre incisioni all’acquaforte e da tre scritti. Negli stessi anni l’amicizia con lo scrittore Mario Rigoni Stern lo stimola alla riflessione sui valori umani, tema dell’opera incisa “ciò che vale e ciò che non vale”, in cui appare il tema della sacralità, insieme ai temi del dolore, della morte, dei ricordi, dell'infanzia, unico rifugio da un mondo svuotato di veri valori, fatuo, vano. Anche l’amicizia con Giorgio Trentin, presidente dell’associazione incisori Veneti, sarà determinante per la poetica dell'artista dal 2003.
Nel 2008 prende vita un secondo libro d’arte con la poetessa Roberta Dapunt “l’ultima dimora - a mia madre”; dedicato alla madre morta dell’incisore. Il libro è stato tirato in 14 esemplari ed è composto da due scritture e quattro incisioni all’acquaforte.
A partire dal 2008 parallelamente all’attività incisoria prende vita una ricerca sempre segnica, sul tema del sacro e dell’infinito; ciò si concretizza nella realizzazione di istallazioni, quadri simili a pale d’altare, tabernacoli in cui primeggia il colore bianco, il segno grafico, la purezza del candore dell’anima in varie tonalità; chiazzate d’oro e di rosa, dove rimemora carte antiche, muri di antiche chiese e ricordi di paesaggi lontani.
Ha allestito mostre personali e partecipato a manifestazioni collettive.